giovedì 29 gennaio 2015

Alle radici del male

di Roberto Costantini

Tripoli, anni Sessanta. Quella dell'irrequieto Mike Balistreri è un'adolescenza tumultuosa come il ghibli che spazza il deserto. Sullo sfondo della Libia postcoloniale, gli anni giovanili di Mike sono segnati da due atroci morti irrisolte, da due amori impossibili, dal coinvolgimento in un complotto contro Gheddafi e da un patto di sangue che inciderà a fondo sia la pelle che l'anima a lui e ai suoi tre migliori amici. Roma, settembre 1982. Il giovane commissario Balistreri di notte si stordisce con il sesso, l'alcol e il poker e di giorno indaga svogliatamente sulla morte di Anita, una studentessa sudamericana assassinata al suo arrivo nella Capitale. Per un debito di gratitudine, è anche costretto a vegliare sulla scapestrata Claudia Teodori, che sembra lanciata verso una luminosa carriera di starlette. Ma le morti di oggi e quelle di ieri sono legate da un filo invisibile, seguendo il quale Michele Balistreri sarà costretto a calarsi nelle zone più buie del suo passato, quei giorni "di sabbia e di sangue" con cui non ha mai chiuso i conti, in un cammino lungo il quale l'amore, l'amicizia e gli ideali si scontreranno con la ricerca di verità dolorose, nell'impossibilità di distinguere chi tradisce da chi è tradito. Alla fine sarà il disperato eroismo di una ragazza a condurlo per mano fino alle radici del male.(by inMondadori)

Dopo il primo libro letto qualche tempo fa, che non mi aveva convinto fino in fondo, ho deciso di dargli un'altra chance, di cercare di capire meglio il protagonista, che sinceramente dal primo libro non ne era uscito così bene... Spaccone, menefreghista insomma in una parola 'cazzaro', non avevo capito bene il 'perchè' del suo comportamento, certi atteggiamenti mi sembravano davvero 'troppo'... Ecco che questo romanzo svela completamente l'arcano, ma bisogna armarsi di santa pazienza, il lettore deve 'sudare' se vuole sapere cosa si nasconde dietro il comissario Balistreri. Inizialmente sballonzola tra infanzia/adolescenza del commissario, e la sua vita presente, post-primo caso con le delusioni che si porta dietro. Poi ci si sposta in modo deciso nel passato e per una buona parte del romanzo si rimane a Tripoli, per seguire la vita di un ragazzo che si discosta dal padre, che lo rinnega, negando tutto quello che rappresenta. Quando poi ritorniamo nel presente, ci rendiamo conto che questo lungo viaggio nel passato, non solo era necessario, ma è strettamente collegato con quello che sta succedendo al comissario, anche se, come al solito, il tempismo non è il suo forte...
Fino all'ultimo non si riesce ad intuire chi è il colpevole, si intravede una nebbia fitta che avvolge alcuni personaggi, ma solo all'ultimo tutto viene risolto e questo è il pregio più grande di questo romanzo.
Voto: 7 (non gli do un voto maggiore, perchè l'ho trovato un po' troppo lungo...)

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